Non poteva essere altrimenti , ma anche le olimpiadi sono state figlie dei nostri mali e ne hanno portato le stigmate, chiaramente, con tutte le ipocrisie di cui è capace questo strano mondo che ci siamo creati.
Un’intera squadra russa non ammessa ai giochi per doping di stato e donne trasformate, non si sa come, in macchine da guerra androgene, ammesse a calpestare la pista d’atletica olimpica.
Anche il sentimentalismo è diventato marketing con improbabili richieste di matrimonio che sembrano nascere a tavolino per dare una parte “umana” a nazioni famose per razionalità, ma che alla fine dimostrano come tutto quello che ci propinano sono copie a basso costo.
Applausi e titoli cubitali per ogni cosa che poteva assomigliare a una notizia “politicamente corretta” quindi pagine e pagine su chi è emigrato, di colore o aiuta un collega a rialzarsi.
Intanto le favelas brasiliane, sono ancora lì, ma è andata bene…non si sono fatte notare troppo, non hanno dato disturbo