Ho letto quanto accaduto in America in questi ultimi giorni, riguardo il caso di George Floyd.
Non voglio entrare in merito alle ragioni del ragazzo o delle forze dell’ordine, ma mi sono ritrovata a leggere una notizia che paragona, in maniera alquanto indecente, il caso Floyd al caso Cucchi.
Vorrei invitare tutti coloro che seguono il caso di Cucchi, ad approfondire le proprie nozioni guardando il film che è stato girato su di lui e che la famiglia ha accettato di fare trasmettere.
Il Sig. Floyd è stato ammazzato sul posto, dalla sua patologia di claustrofobia e dalla conseguente stretta del poliziotto, che, probabilmente insieme all’ansia che gli è stata provocata hanno provocato la sua morte.
Il Sig. Cucchi, non è stato ucciso dai carabinieri che lo hanno picchiato, ma ha rifiutato, una volta ricoverato in ospedale, le cure da parte dell’organico medico: c’è chi fa lo sciopero della fame, lui ha fatto lo sciopero delle terapie che lo hanno indotto a peggiorare le sue condizioni che, si dovrebbe valutare, come fossero già prima delle botte ricevute.
La sorella che oggi tanto lo difende, e la famiglia stessa, lo avevano allontanato da casa, per il suo modus vivendi e lui, quando è stato arrestato, aveva dato false informazioni sulla sua residenza, dando quella dei genitori, perché nella sua vera e nuova dimora, c’era la presenza di forti quantità di vari tipi di droga che superava la quantità legale per uso proprio.
Chiediamoci quindi, se fosse rimasto in vita quante persone avrebbe contribuito a fare morire lui.
Marinella CERNUTO