“Le piaghe dell’anima” – Mostra personale di Daniele Basso

Boogyeman e Ikaros : la dicotomia è tra le due installazioni della mostra personale “Le pieghe dell’anima” di Daniele Basso presente a Biella, Santuario di Oropa dal 2 luglio al 18 settembre 2022.

La paura ed il coraggio in netta contrapposizione, rappresentative delle collettive sofferenze che sempre più affiggono l’individuo attuale, specialmente in questi tempi post pandemici e con una guerra in corso.

Boogyeman, ossia l’uomo nero, il cosiddetto “babau”, rappresenta proprio la paura ed è collocato all’ingresso del Santuario, mentre Ikaros, un connubio tra il mito Icaro e le macchine volanti inventate dall’eclettico Leonardo Da Vinci, si trova più in alto, nel piazzale di fronte alla basilica superiore ed è la metafora dell’andare oltre i limiti umani, dell’essere coraggiosi e affrontare le sfide. La paura blocca l’azione e l’immobolismo, che ha contrassegnato questi ultimi due anni, che, seppur stagnante, rassicura l’individuo. Se si rimane fermi non si rischia, ma neppure si vive.

Interessanti e profondi concetti che inducono alla riflessione ma le opere appaiono di una bruttezza che sfiora quasi il grottesco, in particolare boogyeman, la prima scultura all’ingresso, rivolta verso il Santuario, simbolo di fede a cui ci si affida per guarire dalla sofferenza. Di primo acchito ricorda l’enorme robot Mazinga Z, noto ai più piccoli negli anni 80. Resto ad osservarla cercando qualche forza evocativa ma nulla, nessuna sindrome di Stendhal… per fortuna. La trovo asettica, forse mi ricorda vagamente l’emoji whatsapp dell’urlo di Munch, mi fa quasi sorridere. Degna di nota la frase di una passante che rivolgendosi al marito commenta che le sembra di essere addirittura a Gardaland. Ecco appunto, ma questo mostro alto quasi cinque metri risulta veramente così spaventoso? Forse di notte un po’ di più dato che s’illumina di rosso… e non d’immenso, come scriverebbe Ungaretti. “Discutibile il metodo di rappresentazione”, commenta un altro signore che si sofferma attonito. Citando invece le parole dell’adirato Vittorio Sgarbi, biellese d’adozione, tratte da un’intervista su “La Stampa” : “Quella roba è di una bruttezza mai vista. E quello che è peggio, è stata violata la sacralità di un luogo sacro”. Continua il celebre critico d’arte “Avviserò di questo scempio il ministro e anche il presidente regionale Cirio affinché quelle installazioni siano tolte”.

Non sono così pia da provare fastidio per la violazione della sacralità del contesto, anzi riguardo a ciò è apprezzabile il coraggio dell’artista, ma l’estetica delle opere è veramente agghiacciante. Forse saranno di gradimento ad un pubblico radical chic (la sinistra al caviale) sempre seguace di esibizionismi anticonformisti irriverenti e profanatori…

Poi tutto è opinabile.

Mara Valsania