La cricca dei finti ambientalisti

Il tema della siccità è tornato, purtroppo, di grande attualità. Peccato non lo siano, al contrario, le possibili soluzioni per affrontare le conseguenze nell’ambiente che l’assenza di precipitazioni comporta sul nostro territorio. Nulla di nuovo. Di fronte alla ricerca di azioni concrete, il partito degli ambientalisti ideologici scompare dalle cronache, eclissandosi negli abissi di un silenzio tanto assordante quanto vergognoso.

L’invito, anche legittimo, a risparmiare acqua, pare l’unico che amministratori e politici sappiano proporre ai cittadini, un po’ come mangiare frutta e non fare sollevamento pesi a mezzogiorno durante le giornate più calde… Complimenti!

Anche dalla Regione Piemonte, dove non mancano rappresentanti del territorio, non arrivano indicazioni di spessore. Solo allarmismo.

Battute a parte. Il problema è serio e merita riflessioni adeguate. Perché i danni all’agricoltura e alla selvaggina sono importanti ed evidenti. L’agricoltura ha sete, ma anche la selvaggina. Bisognava però pensarci prima. E se non lo si è fatto.

Bisognerebbe pensarci oggi, per l’anno prossimo. O almeno si dovrebbe.

In questo senso il tema degli invasi nel Biellese resta un tabù che nessuno vuole affrontare, tranne l’onorevole Cristina Patelli. Solo lei invitò pubblicamente il territorio a discuterne, ricevendo in cambio critiche da chi oggi si nasconde di fronte ai problemi che la siccità provoca. L’onorevole Pella nei giorni scorsi ha accennato al tema delle dighe e delle loro capienze… Fuori tempo massimo, però. Dov’era quando la collega deputata era attaccata dal partito dei no a tutto, coloro che senza se e senza ma vorrebbero un Biellese senza nuove infrastrutture, mettendo la testa sotto la sabbia rispetto alle nuove sfide della globalizzazione?

In Regione, cosa pensano i nostri rappresentanti, incapaci di scelte coraggiose davanti al futuro del territorio, perché sempre a caccia di qualche voto?

Da questo punto di vista anche il tema della qualità dell’aria meriterebbe una maggiore attenzione.

C’è l’attività dell’Arpa, ma siamo sicuri che un maggiore approfondimento scientifico e rigoroso di quello che respiriamo non potrebbe portarci a interessanti sorprese? Ecco.

Ci facciamo promotori anche di questo tema. Perché le soluzioni ai problemi del nostro territorio non possono trovarle i verdi della paura, che aizzano i cittadini contro ogni nuovo possibile progetto.

Bisogna aprirsi a studi rigorosi, che devono rappresentare un punto di partenza autorevole per una discussione pubblica. Vale per l’aria, l’acqua, i rifiuti e tutti gli altri temi ambientali che riguardano la nostra salute e il nostro futuro.