E’ dovuta arrivare una nuova ondata di siccità, con danni enormi per l’agricoltura e l’ambiente, per far tornare di attualità il tema delle dighe.
Anche il presidente regionale Alberto Cirio, nei giorni scorsi, fotografando scenari da richiesta di calamità naturale per i nostri territori, ha affrontato l’argomento.
Bene. Benissimo.
A distanza di più di un anno, purtroppo, e sottolineo purtroppo, aveva ragione chi poneva la questione degli invasi e delle loro dimensioni come possibile soluzione dei molti problemi esistenti in Piemonte dovuti ai cambiamenti climatici ormai in atto da decenni e noti a tutti. Ripeto: invasi come soluzione possibile. Non sono mai stata né per il partito dei no a tutto né dei sì a ogni progetto. Sono per il buonsenso e contro ogni ideologismo a prescindere.
Quando ho sostenuto che in Valsessera un invaso più grande avrebbe potuto portare dei benefici (da valutare e calcolare) sono stata attaccata e presa di mira da ambientalisti ed esponenti politici che hanno preferito il facile consenso del No, tanto caro al Movimento 5 Stelle.
Oggi quegli stessi politici tacciono, illudendosi che basti nascondersi dietro a un dito di fronte ai gravissimi problemi che sta subendo tutto il mondo agricolo. Pazienza. Sono i rischi del mio lavoro e del mandato politico che ho ricevuto da migliaia di cittadini ed elettori. Me ne frego di essere stata aggredita verbalmente e, sostanzialmente, di non essere stata presa sul serio, ridicolizzata e pure smentita da qualche esponente del mio stesso partito.
Nessun rancore personale. Però andiamo avanti! Di fronte al grave scenario desolante e complesso che abbiamo sotto gli occhi oggi in tutte le province regionali, di fronte alla richiesta dello stato di calamità naturale, al contingentamento dell’acqua ad uso domestico, alle autobotti che faticano a raggiungere i paesi in difficoltà, vogliamo finalmente, e prima che sia troppo tardi, mettere sul tavolo in modo serio la questione del possibile ampliamento degli invasi o aspettiamo ancora?
Vogliamo finalmente discutere sul serio della loro capacità idrica, che oggi pare essere la soluzione per l’emergenza in corso?
Vogliamo finalmente confrontarci concretamente, mettendo sul piatto i progetti senza preconcetti partitici e paura di decidere optando per soluzioni all’altezza dei problemi, anche economici, che questa siccità comporta e comporterà negli anni a venire?
La politica deve decidere, non può stare in panchina a guardare.
Ribadisco quanto detto a suo tempo: amministratori, politici e associazioni competenti devono ritrovarsi e discutere senza ideologia né posizioni pregiudiziali, ma guardando in faccia la realtà nella sua gravità oggi, purtroppo, così palese.
Perché mettere la testa sotto la sabbia come fanno gli struzzi forse a volte porterà anche qualche voto in più in cabina elettorale (e qualche mal di pancia in meno, e parlo per me stessa), ma sicuramente non risolve i problemi. Per promuovere questo tavolo tecnico, o come lo si preferisca chiamare, io ci sono. C’ero un anno fa e ci sono anche adesso.
Ovunque lo si scelga di fare. A Biella, a Torino oppure a Roma. Ma organizziamolo. E facciamo presto!
On. Cristina PATELLI
componente VII commissione parlamentare
cultura – scienza – istruzione – sport
referente Scuola per la Lega Salvini Premier Piemonte