Abbiamo ricevuto da Alessio ERCOLI questa sua riflessione in risposta all’articolo “Lega 2.0 avanza”. in quanto il suo pensiero lo porta a credere che un dialogo dualista sul tema vada fatto, perchè soprattutto in questa regione geografica sono ancora tanti i leghisti identitari…
Le opinioni sulla Lega, talvolta definita “nuova”, sono innumerevoli ora che è attestata dai sondaggi al 30%. Lasciatemi esprimere le mie, che arrivano dal cuore e da uno spirito rivoluzionario che 7 anni fa, quando ne avevo 16 ma seguivo già la politica, mi spinsero ad identificarmi con quel partito che come simboli aveva l’Alberto da Giussano ed il Sole delle Alpi e come battaglie portava avanti la libertà dei popoli e l’autonomia.
Ebbene, sono le stesse battaglie che ci contraddistinguono anche oggi. Ed è bene che rimangano anche gli stessi simboli. A partire dai Giovani Padani, che si chiamano ancora così e che, in quanto storicamente rappresentativi di una regione e di una identità, possono rimanere tali anche nel nome oltre che nei fatti. Perché come diciamo noi: Giovani Padani si è sempre, nello spirito.
Oggi, a distanza di anni, con percentuali diverse la Lega può essere più incisiva nell’assetto politico nazionale. Non bisogna però modificarne la struttura, perché non siamo un partito come gli altri ed è anche grazie alla nostra natura particolare ed alla nostra organizzazione interna che siamo riusciti a superare la Prima Repubblica come protagonisti del cambio che ha portato alla Seconda ed ora nuovamente protagonisti – sempre come forza di governo – della nascita della Terza. Siamo il partito che esce meglio dalla Seconda Repubblica ma soprattutto quello più vecchio tra i partiti parlamentari.
Ci sono alti e bassi anche in politica, ma la Lega è ancora lo stesso partito del 1989, data di unificazione dei sei movimenti autonomisti regionali nella Lega Nord. Non è un caso che nel governo Conte ci sia il ministro degli Affari Regionali e delle Autonomie, pronto ad attribuire l’autonomia (ed i trasferimenti necessari) alle Regioni a posto con i conti, come previsto nel “Contratto per il Governo del cambiamento”, a fortissima influenza e componente leghista.
Questo per dire che non bisogna snaturarsi, non bisogna dimenticare né rinnegare le proprie origini e la propria storia. Perché senza di esse non saremmo qui. Se ora possiamo godere di tale consenso e grazie ad esso portare avanti le politiche per cui il popolo ci ha concesso la sua fiducia, è anche grazie al lavoro fatto nel passato, del quale in parte ora ne raccogliamo i frutti. Ben vengano le persone nuove, a patto che siano fedeli, entrino per aiutare il partito e non se stesse ma soprattutto abbiano rispetto della nostra storia e di quello che orgogliosamente siamo e abbiamo fatto in tanti anni di lavoro e sacrificio. Lo spirito indipendentista che ognuno di noi porta nel cuore per creare un Paese diverso che sappia andare oltre l’inno quando gioca la nazionale di calcio è un obiettivo sempre attuale che alberga tutt’ora nella nostra politica, perché la Lega, lo ripeto, non è un partito come gli altri ed è bene che così rimanga: le persone vanno e vengono, il partito rimane e con esso, dato che è l’ultimo ad averne ancora, rimangono anche le ideologie.
Alessio ERCOLI coordinatore provinciale biellese MGP Piemont