“10 febbraio”.
Questo giorno è stato scelto come “Giorno del Ricordo” per tutti coloro che sono stati orribilmente massacrati e infoibati dai “Titini” jugoslavi e dai partigiani rossi italiani tra il settembre 1943 (dopo l’armistizio Badoglio – il più grande e sanguinoso tradimento della storia -) e il 10 febbraio 1947, quando furono firmati i trattati di pace di Parigi, che assegnavano ingiustamente alla Jugoslavia l’Istria, il Quarnaro la maggior parte della Venezia Giulia, in precedenza aree facenti parte dell’Italia.
In quei terribili anni oltre 10.000 nostri fratelli italiani furono torturati, uccisi ed infoibati dai partigiani comunisti “titini”.
Molti di loro trovarono la morte nei campi di concentramento voluti dal ‘leader’ di Tito dove tutti furono deportati per essere massacrati senza alcuna pietà ed anzi con feroci torture.
Improvvisati tribunali, che rispondevano ai partigiani dei Comitati popolari di liberazione, emisero centinaia di condanne a morte.
Le vittime furono non solo rappresentanti del Regime Fascista e dello Stato italiano, oppositori politici, ma anche semplici personaggi in vista della comunità italiana e potenziali nemici del futuro Stato comunista jugoslavo che s’intendeva creare ed ancor di più furono i civili, le donne e i bambini che avevano solo la colpa di essere fedeli alla Patria.
La colpa più grande non era essere Fascisti ma bensì essere italiani perché i ‘Titini’ tanto ci odiavano che dopo avere massacrato quanti più hanno potuto tra i civili non sono di certo rimasti “amici” con quanti partigiani rossi italiani li avevano aiutati nel massacro tradendo la Patria, i loro fratelli, gli amici con cui sono cresciuti compiendo un abominio purtroppo “ tipico” di chi sposava la causa comunista.
Non si può non ricordare Norma Cossetto (medaglia d’oro al valor civile) che venne violentata da 17 uomini e successivamente gettata in una foiba con altri sfortunati, che a coppie, legati col fil di ferro, venivano gettati, a volte ancora vivi, nelle fenditure carsiche. Il meraviglioso ma durissimo film “Red Land” ci parla di questa coraggiosa ragazza, perché è giusto ed anzi doveroso non dimenticare.
Al massacro seguì il grande esodo, i superstiti scappano verso la “loro terra”, l’Italia, ma qui vengono drammaticamente accolti a sputi e sassate da una feroce sinistra che nega addirittura acqua e cibo ai convogli in arrivo (treni della vergogna – treni di fascisti-) carichi di disperati, che hanno perso tutto, a famiglie spezzate dal dolore della perdita e dal lutto.
Un gruppo di esuli stipati su un treno merci va verso Bologna dove la Pontificia Opera di Assistenza e la Croce Rossa Italiana avevano preparato dei pasti caldi, soprattutto per bambini e anziani. Il treno giunse alla stazione martedì 18 febbraio 1947. Qui, dai microfoni di certi ferrovieri sindacalisti C.G.I.L. e iscritti al PCI, fu diramato l’avviso: “Se i profughi si fermano per mangiare, lo sciopero bloccherà la stazione”.
Il treno venne preso a sassate da dei giovani che sventolavano la bandiera rossa con falce e martello, altri lanciarono pomodori e sputarono sui loro connazionali, mentre taluni buttarono addirittura il latte, destinato ai bambini in grave stato di disidratazione, sulle rotaie, dopo aver buttato le vettovaglie nella spazzatura.
L’esercito infine aiutò queste povere genti ma la loro vita in Patria fu durissima e i segni del dolore e dell’immane tragedia non li abbandonarono mai.
Tutto questo. appunto “per non dimenticare“, non già per coltivare odio e rancore, ma semplicemente per rammentare gravissimi fatti storici che i nostri giovani addirittura non conoscono perché si è ritenuto opportuno ‘nascondere’: contro i Fascisti si poteva (e secondo alcuni si può ancora) fare di tutto, anche le cose più ignobili ed i crimini più orrendi!
Raffaella Spaudo
Sandro Delmastro delle Vedove