“Il gip di Agrigento, Alessandra Vella, non ha convalidato l’arresto della comandante della Sea Watch, Carola Rackete, escludendo il reato di resistenza e violenza a nave da guerra e ritenendo che il reato di resistenza a pubblico ufficiale sia stato giustificato da una “scriminante” legata all’avere agito “all’adempimento di un dovere”, quello di salvare vite umane in mare”.
Il web, ma non solo, non ha memoria.
E’ un blob che inghiotte ogni notizia d’attualità senza pensare, senza riflettere mai.
Prende l’Ansa riportata qui sopra come una vittoria o come una sconfitta, a seconda dei punti di vista e di pensiero.
Ma chi oggi esulta non ricorda. O fa finta di non ricordare quando un governo assassino e fascista, ma ancora sovrano e quindi libero di decidere chi far entrare e chi no all’interno del proprio Paese, vent’anni fa, o giù di lì, compì un bell’omicidio a largo delle coste italiane.
Affondò un barcone di albanesi che scappavano nè più, nè meno, dalla stessa miseria dalla quale oggi scappano gli africani o i siriani.
Scappavano dal loro paese in cerca di un approdo migliore e l’Italia, non la Korea del Nord, decise di abbatterli.
E il tutto successe senza che un italiano si indignasse più di tanto.
Forse qualcuno osò alzare la mano, ma il fatto è che quella decisione la presero il presidente del Consiglio Romano Prodi con l’allora ministro dell’interno Giorgio Napolitano.
Furono loro a decidere che la corvetta che intercettava il gommone con 83 persone a bordo non dovesse farlo passare.
Il capitano di quel natante di fortuna, Namik Xhaferi, esattamente come la capitana Carola Rakete non rispetto l’intimazione e tirò dritto, con il risultato che non riuscì ad attraccare in alcun porto: fu speronato e affondato.
Morirono in 83 e lui fu arrestato e condannato a 4 anni di carcere, Prodi e Napolitano accusarono ovviamente il capro espiatorio, il capitano della corvetta Sibilla, che di anni di galera ne fece 2.
Tutto liscio, perchè nessuno protestò e nessuno, diversamente da quanto fatto con la rasta Rakete, considerò Xhaferi un eroe, ma solo un invasore colmo di albanesi cattivi da respingere e, come avvenuto, da uccidere piuttosto.
I fatti avvennero nel canale di Otranto il 28 marzo del 1997, andate a cercare, studiate la storia prima di accusare questo Governo di essere “razzista”.
Questa è l’Italia cari miei. La memoria corta oggi permette di considerare Salvini e il suo Governo come una banda di cattive persone che fanno rispettare lo Stato sovrano a costo delle vite.
La sinistra però ha fatto uguale, quando poteva permetterselo, quando l’Europa non dettava legge, quando poteva decidere che era giunto il momento di arginare l’invasione albanese, nello specifico.
Ci vorrebbe un po’ più di coerenza. E più memoria. E giudicare solo se si hanno gli elementi per farlo.