La nomina a Ministro della Scuola dell’onorevole Azzolina è l’ennesimo atto perpetrato da una politica che pretende di governare a dispetto di ogni cosa.
Da parlamentare e componente della VII commissione Cultura e Istruzione Lucia Azzolina si è presentata ad un concorso per la scuola, per ottenere l’abilitazione per diventare dirigente scolastico.
Ora, tralasciando momentaneamente le sue dichiarazioni rese all’Espresso nelle quali addirittura si augurava l’anonimato per non dover studiare il doppio degli altri, una panzana, detta per un concorso pubblico, che da sola meriterebbe il suo allontanamento, la Azzolina al vertice del sistema scolastico e quindi “superiore” dei commissari che l’hanno interrogata non ha avuto la creanza di aspettare il prossimo concorso e si è presentata.
Sarebbe stato un atto di responsabilità e di opportunità, di serietà non farlo. Invece no.
Ha approfittato della situazione instillando anche un po’ di dubbio, che non si sa mai come vanno a finire queste cose. Il suo commissario d’esame orale dichiara oggi che la commissione si è comportata in modo equo (una cosa che non dovrebbe neppure essere messa in discussione, ma lo diventa nel momento in cui ci si invischia in queste scivolose e inopportune situazioni). E inoltre il commissario stesso fa sapere che la Azzolina non ha dato alcuna risposta alle domande di informatica, che ha fatto male in inglese, che non ha risposto ad una domanda sulla interculturalità, facendo scena muta.
Sono dichiarazioni gravissime, che da sole dovrebbero bastare per confermare che assieme al ministro dimissionario avrebbe dovuto dimettersi anche lei, perché la sua carenza risulta evidente.
La conoscenza della normativa le ha salvato l’esame, mentre il valzer delle poltrone di questo governo giallo-rosso, che sta facendo tutto l’opposto di quanto dichiarato e ovviamente il male dei cittadini, l’ha promossa Ministro, peraltro a metà, perché per dividere meglio la torta si è pensato di dare a lei la scuola e l’università a un altro, in piena par condicio salva poltrone.
Che cosa ha dimostrato Azzolina da questa vicenda? Di essere la classica esponente dell’italianità al potere, quel sistema meschino, vecchio e logoro, che abbiamo provato scardinare e su cui, presto, ne sono certa, torneremo a lavorare al governo di questo Paese. Basta persone con scarsissime competenze a decidere le sorti dell’Italia, basta persone che pensano ancora oggi che se una persona ti giudica male la colpa non sia tua ma di quelli che ti hanno giudicata.
Cristina Patelli