IL DARDO DEL 28-03-20:LA PROTESTA CONTRO IL REGOLAMENTO SULLA CACCIA UN FATTO STRUMENTALE

Premetto che è sempre stata mia abitudine, in ogni luogo in cui sono stato chiamato a rappresentare un ente, essere aperto e disponibile al dialogo, così come per natura ho sempre rispettato qualsiasi dissenso proveniente sia dalle minoranze sia dalla maggioranza.

Sono piuttosto sorpreso, tuttavia, che 143 persone non abbiano capito che qualcuno, in modo nemmeno troppo subdolo, abbia creato un problema dove questo non esiste: come già scritto a suo tempo, il testo del regolamento era, ed è tuttora, una BOZZA che avrebbe dovuto costituire la base per un confronto costruttivo e propositivo.

Il confronto era in programma per il giorno 17 marzo: una riunione pubblica presso la Pro loco di Sandigliano proprio per discutere e prendere atto dei suggerimenti, ma il covid ce lo ha impedito.

Mi spiace poi vedere che il documento ufficiale inviato anche a me, e girato alla stampa, sia parzialmente un falso, poiché diversi cacciatori firmatari, contattati telefonicamente da me, hanno ribadito di non sapere nemmeno dell’esistenza di tale documento, e qualcuno addirittura ha affermato che gli è stata semplicemente chiesta un’email senza che venissero fornite motivazioni per la richiesta e si è poi trovato nell’elenco delle persone che hanno sottoscritto il documento: insomma la quasi totalità non ha nemmeno letto il testo della lettera.

Per correttezza d’informazione è giusto dire che, tra i firmatari, ci sono persone che nemmeno cacciano nel Biellese. Ci sono persone che non cacciano nel Comprensorio Alpino, ci sono persone che cacciano, o cacceranno, solo in pianura ATC, ci sono persone a cui l’autorità giudiziaria ha revocato il porto d’armi, ci sono persone che non cacciano l’ungulato ma specie diverse (caccia alla lepre). Non spetta a me trarre giudizi in merito, spetta a me però fornire agli organi competenti tutto il materiale raccolto, al fine di comunicare che qualcuno si approfitta di altri cacciatori, a loro insaputa, e fa girare un documento non realmente controfirmato come scritto. (Tutti i cacciatori intervistati, da cui ho ricavato le informazioni che scrivo, sono stati registrati con il loro consenso al fine di avvalorare quanto sto dicendo).

Fatta questa dovuta premessa voglio rispondere al documento facendo alcune premesse doverose.

L’ATC CA BI1 è amministrato da un comitato di gestione, il quale a sua volta mi ha nominato Presidente. Detto comitato è composto da 6 rappresentanti dei cacciatori, (2 di Federcaccia, 2 di Enalcaccia e 2 di Liberacaccia),  6 rappresentanti degli agricoltori, 4 rappresentanti delle associazioni ambientaliste e 4 da rappresentanti degli enti locali. I regolamenti vengono approvati solo ed esclusivamente dal comitato di gestione, e voglio precisarlo e ricordarlo: né dal Presidente, né dai cacciatori.

Appare evidente che questa montatura di “falsa protesta” non nasce esclusivamente dal contenuto del testo del regolamento, ma è una sorta di “vendetta tardiva” orchestrata da qualche elemento che non può prendere decisioni ma che vorrebbe farlo e a cui la cosa non è andata giù.

Il regolamento l’ho scritto e lo difendo sotto il profilo della gestione dell’attività venatoria: ho voluto sostituire quello dello scorso anno in quanto, oltre ad essere pieno di errori e incongruenze, ha generato un deficit finanziario di circa 20.000 euro che nella mia veste di presidente sono obbligato a sanare.

Ho aumentato le quote (e credo sia il motivo principale della protesta), ho proposto di modificare i tempi di caccia (cosa peraltro già allo studio in base a suggerimenti avuti)  e, visto che negli anni scorsi il piano degli abbattimenti non ha mai raggiunto al sua completezza (nell’ultimo anno siamo arrivati al 50% degli abbattimenti), ho cercato di raccogliere delle somme di denaro dando la possibilità ai cacciatori di acquistare a prezzo maggiorato dei capi da abbattere senza rientrare nelle dinamiche delle assegnazioni (5% dei capi abbattibili). Ho cercato di tutelare i residenti in Piemonte, dando a loro la priorità rispetto i cacciatori extraregionali, di vedersi assegnati il capo richiesto. Ho chiesto collaborazione, per censire il lupo, ho dato la possibilità di avere delle agevolazioni a coloro che veramente vogliono il bene dell’ambiente lavorando per la salvaguardia del nostro territorio (e non solo a chiacchiere).

Malgrado tutto ciò, e le mie convinzioni, lo ribadisco, non è oro colato ma una bozza da discutere e, indipendentemente dalle 143 firme raccolte, una parte era già soggetta a modifica, in parte, sulla base dei vari colloqui e dei suggerimenti che in questi giorni alcuni cacciatori mi hanno inviato.

Aggiungo poi, perché è facile ricevere i titoloni dai giornali quando non si conoscono i fatti, che questo documento è stato condiviso ed approvato da tutte le associazioni venatorie provinciali, In data 2 marzo 2020 ore 18 presso la sede dell’ATC-CA BI1 ho presentato il testo a: ROBERTO MO (presidente Enalcaccia) DAVIDE PADOVAN (presidente provinciale Arcicaccia) e GIOVANNI QUAGLIA (delegato dal presidente di LIberacaccia) i quali hanno approvato il testo all’unanimità.

Solo fuori dalla sede, nel momento dei saluti, Giovanni Quaglia (pensando che avrebbe potuto cavalcare una protesta e raccogliere qualche tessera in più per la sua associazione) ci comunicò che sarebbe stato opportuno fare un ulteriore incontro in quanto “alcune cosine”, così argomentò, “erano ancora da sistemare”. E poi è stato inviato il documento a cacciatori e giornali.

La mia disponibilità a sedermi a un tavolo e cercare di modificare il regolamento in bozza rimane, però preciso che si tratta di valutare delle modifiche e non di accettare quanto scritto nella lettera, ossia rigettare in toto il documento e lavorare su quello dello scorso anno (guarda caso).

Nel prossimo comitato di gestione porterò all’approvazione tutti i 9 regolamenti di attuazione (perche non c’è solo quello contestato) e se non si troverà un accordo tra le parti, presenterò ai componenti del comitato di gestione sia quello dello scorso anno che quello che ho inviato in bozza, detto ciò sarà il comitato che sceglierà.

in ultimo consentitemi di dare qualche informazione esatta cercando di colmare l’ignoranza venatoria riportata su qualche giornale:

1) L’ente che rappresento è stato creato dalla regione Piemonte nel 2015, nulla a vedere con ATC e CA che furono realizzati nel 1996 (di cui io fui il primo Presidente del comprensorio alpino).

2) Consiglio maggior attenzione: i cacciatori che cacciano in montagna non sono 198, ma nella passata stagione i cacciatori erano 267

Il sig. Giulio Frigerio citato non è lo storico esponente del MSI ma un pensionato, ex dipendente del Comune di Sordevolo, che caccia quasi esclusivamente la lepre, che nulla ha avuto a che fare con la destra biellese.

In mi permetto uno sfogo umano: forse il regolamento tornerà quello di prima o forse sarà approvato quello nuovo, oppure ci sarà un mix dei due. Mentre una nazione lotta contro un nemico invisibile che fa paura e ci uccide, un pugno di cacciatori, senza neppure sapere se la caccia sarà aperta in questa stagione, per puro egoismo e per seguire qualche frustrato, ha dato un’immagine pessima alla nostra categoria, creando una polemica inutile e dannosa alla nostra immagine, Qualcuno dovrebbe vergognarsi, perchè oggi i problemi sono altri, ma del resto ognuno con le proprie azioni riesce a qualificarsi e far capire che persona sia.