IL DARDO DEL 21 MARZO: QUANDO I CINGHIALI DIVENTANO RAGIONE DI STATO

Ora la vicenda dei piccoli cinghialetti consegnati ad un’azienda alimentare dopo l’uccisione della madre, che a detta delle guardie intervenute non ne voleva sapere di abbandonare un cortile a Bioglio rischia di diventare un grottesco caso nazionale.

Anziché occuparsi di risolvere i problemi del Paese, l’onorevole Azzolina si schiera in favore dei piccoli animali, critica la Provincia su come ha gestito la vicenda e magari penserà anche di interessare il Parlamento manco si trattasse di torture e abomini.

In Parlamento non dubito che ci siano cinghialotti in circolazione, anzi, se ne vedono di tutte le stazze, ma quelli a due gambe non rientrano nella categoria.

Ma bastasse questo.

Anche in Regione Barazzotto non perde occasione di sbandierare il suo ambientalismo in difesa del verde, dei lupi ed ora anche dei cinghiali, contravvenendo persino a quanto viene stabilito dalle leggi dell’ente in cui opera: i cinghiali si abbattono perché sono in esubero.

Si tratta di una specie in netta predominanza tanto da diventare dannosa per l’agricoltura e per l’uomo.

Arrivare addirittura a spiegare che sarà fatta una legge per tutelare gli animali selvatici (come i cinghiali) mi pare francamente troppo, specie quando la Provincia, gestita da un presidente che due giorni dopo i fatti non ne sapeva nulla ma si sarebbe informato (così scrivono i giornali almeno, e si vede che il vero presidente Ramella era in ferie) organizza battute periodiche per la loro eliminazione.

E tutto questo, nell’ipocrisia più totale, perché a merenda tutti i critici magari si mangeranno un bel panino col prosciutto. Ah già… di maiale, mica di cinghiale.