IL DARDO DEL 1 MAGGIO 2018 – COMPAGNI IL GIOCO SI FA PESO E TETRO …..

Eccoci al Primo maggio. Ma ha ancora davvero senso festeggiarlo? Ogni anno mi interrogo, ho una convinzione piuttosto ferma sulla questione e proverò ad argomentarla.

C’è stato un tempo in cui, senza internet, senza centri commerciali, senza, in poche parole, un modo che avanza dentro al XXI secolo, poteva avere un forte significato concedersi un giorno di riposo extra all’anno, e di festa, all’interno di una settimana spesso dura.

Oggi per prima cosa di lavoro ce n’è poco. E già questo fatto dovrebbe bastare per togliere la voglia a tutti di far festa: ai molti che non hanno un lavoro e ai pochi che ce l’hanno e sovente sono sfruttati e sotto pagati. Le statistiche magari ci consegneranno anche qualche percentuale di aumento che serve di più ai politici per sostenere cause perse che ai lavoratori per aumentare il proprio ottimismo. Chi lavora lo fa quando e come può. O meglio, quando e come vuole il mercato. E quindi il proprio datore di lavoro: non ci sono festivi, feste comandate, nè tantomeno giorni di riposo.

La Coop si è addirittura vantata sui giornali di quanto sia stata brava a chiudere tutto il Primo maggio, peccato che non faccia altrettanto per tenere chiuso la domenica e permettere ai padri di portare i figli al parco o al cinema (perchè se è vero che al parco o al cinema si può anche andare di giovedì, a questo punto bisognerebbe aprire anche le scuole di domenica cosicché i figli possano stare con i padri durante la settimana). Lo capite dove voglio arrivare? Festeggiare il primo maggio non serve a nulla.

E’ una festa che se ha rappresentato qualcosa un tempo oggi è diventata una festa vuota. Vuota di contenuto, vuota di significato. Viviamo un mondo dove purtroppo siamo obbligati a prendere il lavoro quando c’è e come c’è. E a parte qualche integralista che non si adatta a dogma e spera ancora di poter lavorare all’Esselunga come negli anni ’80, per il resto, molti sono costretti ad accettare le regole di un pessimo gioco che non ha perso certo il sostegno da parte di Guido Dellarovere, che conta poco o nulla. Quelle tutele e quel mondo lì è stato perso per il correre dei tempi davanti all’incapacità di una sinistra in particolare che il Primo maggio lo festeggia ancora come giorno sacro, ma che non è riuscita a rappresentare la moltitudine di lavoratori costretti ad odiare questa festa, divenuta intanto anacronistica.

Buon concerto a tutti.