Si è già detto e scritto diffusamente sui siti di informazione o i social a proposito degli altri argomenti trattati dal presidente della Repubblica durante il discorso al Parlamento in seduta comune; personalmente vorrei soffermarmi su uno spunto di riflessione anche in ragione dell’esperienza accumulata in questi anni partecipando ai lavori della VII commissione della Camera dei deputati dedicata alla Cultura.
Affermando che l’Italia è il paese della bellezza – un patrimonio capace di generare accrescimento morale e sviluppo economico, in particolare per i nostri giovani – il presidente della Repubblica ha definito la cultura “elemento costitutivo dell’identità italiana”. Sono d’accordo, ma riflettiamo: non è semplice cogliere con precisione il “carattere” di un individuo, figurarsi quello di una comunità o di un’intera nazione, il rischio è quello di cadere nella semplificazione o nello stereotipo.
Tuttavia non c’è popolo al mondo più di quello italiano che possa essere capito attraverso le sue forme esteriori, che sono apparenze piene di significato: dalle abitudini ai comportamenti, dalla proverbiale gestualità alla lingua, dall’arte al gusto nell’abbigliamento, sono la chiave migliore per comprendere l’etica, il sistema di valori che definisce le scelte di fondo degli italiani, portatori di quella tradizione che per secoli in Occidente, fin dal pensiero greco e poi attraverso il Rinascimento, ha considerato determinante la connessione fra il bello e il bene.
Il presidente della Repubblica non parlava solo di Beni Culturali.
La “Cultura” infatti è molto di più. Il senso del gusto e dello stile degli italiani – la loro cultura, appunto – è alla base di quella capacità di attrazione che i prodotti del Made in Italy hanno sui mercati mondiali, come espressione di una civiltà dei saperi e dei sapori che attira il resto del mondo e determina risultati economici di assoluto rilievo che l’economia del bello e del ben fatto genera, rendendo i nostri artigiani, imprenditori e lavoratori imbattibili nei settori produttivi caratterizzati dall’attenzione al design e al rapporto tra la funzionalità e l’estetica, dalla moda all’enogastronomia, dall’arredamento alla meccanica, dall’automazione al turismo, facendo dell’Italia una delle maggiori economie manufatturiere mondiali, ai primi posti anche per il surplus commerciale.
Per questo noi diciamo: prima gli italiani!
Lo stile di vita italiano, nelle sue espressioni migliori, costituisce infatti la vera alternativa – forse addirittura la cura – al disagio che la società dei consumi determina, attraverso un modello globalista basato sull’uniformazione del gusto e sul consumo di beni privi di valore, rendendo ancora oggi l’Italian Style – e la cultura italiana – un riferimento importante per chi intenda affermare e seguire un diverso modo di essere e di vivere, prodotto di una plurisecolare vicenda storica dall’Antica Roma all’età dei Comuni, dal Rinascimento al Barocco, dal “miracolo” del Dopoguerra ai giorni nostri.
La Cultura italiana si è manifestata in un tenace sforzo di sintesi della bellezza e della vocazione dei territori: il carattere stesso dell’Italia.
On. Cristina PATELLI
componente VII commissione parlamentare
cultura – scienza – istruzione – sport
referente Scuola per la Lega Salvini Premier Piemonte