AULE APERTE MA NON PER TUTTI

Una presunta querela non ferma e non fermerà mai la mia voglia di esternare il mio disappunto su quanto viene partorito dal MIUR, siamo passati dalla chiusura totale delle scuole,  attraverso un imbuto,  per cadere sul plexiglassss, per finire ad oggi alla notiziona che il 15% degli studenti saranno a spasso.

L’acqua calda l’hanno scoperta con la sensazionale affermazione che a settembre si apriranno le scuole, come del resto avviene da circa 40 anni, il tutto condito con una serie di norme arzigogolate su come dovranno svolgersi le lezioni.

Si legge che gli studenti dovranno stare a un metro di distanza tra di loro, (sparisce la distanza tra i banchi) questo provvedimento pregno di saggezza farà si che i docenti dovranno girare con il metro per controllare i singoli spostamenti, (a meno che non ci regaleranno una nuova app ad hoc), oppure chissà che non doteranno gli stessi studenti di mascherine distanziatore (tipo naso pinocchio).

Questo è ciò che capiterà ai fortunati (85% percento degli studenti) mentre il rimanente 15% sarà dislocato presso altri siti, (teatri, musei, locali ampi, night club, discoteche ecc ecc.) oppure all’aperto vedi parchi e giardini, e su questo sono rimasto basito che la biellese Ministro Azzolina non le sia venuto in mente che ci sono aree dell’Italia (vedi Biellese) dove piove 300 giorni all’anno in media.

Fatta questa considerazione logistica non ho trovato nei provvedimenti  ministeriali il sistema di scelta dei meno fortunati studenti (15%) questo come avverrà? sorteggio, fisico prestante, disponibilità a stare alle intemperie in cambio di qualche bel voto? oppure come sempre e spesso capita, la scelta avverrà per simpatia e amicizia?

E qui mi sono fermato, non ho più voluto leggere altro perchè oltre alla gastrite avrei dato di nuovo la possibilità ai giornali locali di avere un ulteriore notizia dell’ennesima querela via comunicato stampa.

Chiudo augurandomi che anche questa norma faccia la fine del plexiglas e che da domani si discuta seriamente per i nostri ragazzi, anche copiando dai paesi esteri confinanti, disciplina che a noi semplici cittadini italiani e relativi ministri e governanti non viene cosi difficile.