IL DARDO DEL 13 LUGLIO: ATTENZIONE AGLI SPECCHIETTI PER LE ALLODOLE (O PER I CINGHIALI)

“Cinghialai” via in blocco da Federaccia? Il presidente Provinciale Guido Dellarovere: “Facciano pure, non sto ai loro ricatti come la richiesta delle dimissioni di Chiarentin. Sappiano però bene che chi li sta tentando forse li sta anche prendendo in giro”.

“E’ necessario ripercorrere alcune tappe, per dovere di cronaca, ma se i “cinghialai” pensano che ricattandomi e cercando gloria in altre associazioni possano davvero incidere nel comparto biellese della caccia, hanno preso un grosso abbaglio o qualcuno non gliel’ha raccontata giusta”.

Sono le parole di Guido Dellarovere, presidente provinciale di Federcaccia che nelle ultime settimane si è trovato a doversi difendere con una immotivata insurrezione delle squadre deputate all’abbattimento dei cinghiali.

La miccia è stata innescata dall’intervento delle squadre nella riserva di ripopolamento e cattura di Mottalciata, dove gli agricoltori si sono lamentati per la presenza di un numero eccessivo di cinghiali. E così la richiesta a Federcaccia di intervenire con delle battute ad hoc: “Ho affidato l’organizzazione della caccia al segretario Chiarentin, non coinvolgendo direttamente i capi delle sette squadre di “cinghialai” e questi, dopo non essere riusciti ad abbattere nemmeno un capo, se la sono presa con Chiarentin, chiedendo a me le sue dimissioni”.

Il presidente aggiunge: “Ovviamente non ho nessuna intenzione di cedere ai loro ricatti, per me sono liberi di andare dove vogliono ma poi – conclude Dellarovere – non si lamentino poi se decido di non attuare quanto mi ero ripromesso per agevolare la loro posizione: se non ci sarà più il loro gruppo mi rimetterò al consiglio e andremo avanti con altri obiettivi programmatici, mi sentirò libero di agire diversamente”.

Il gruppo di “cinghialai” infatti sembra tentato dall’offerta di un’altra associazione, ma anche su questo Dellarovere è piuttosto deciso: “Ho sentito questa voce. Vadano pure, non sono io che li tratterrò, ma sappiano che chi li tenta, in realtà li sta prendendo in giro. Non sono infatti le associazioni venatorie ma gli ambiti di caccia a decidere le rappresentanze. E queste non si cambieranno né oggi né domani, ma fra tre anni, a scadenza. Quindi scelgano ciò che ritengono, ma che ci pensino bene: è il consiglio che mi sento di dar loro”.